Per colui che vede il proprio Sè espanso nell'universo e l'universo nel proprio Sè, e che vede il superiore e l'inferiore; la pace fondata sulla conoscenza non viene mai a mancare.

- Charaka Samhita Sha. V. 20 -



sabato 20 febbraio 2016

LA VOLONTÀ PER ARMONIZZARE LA PROPRIA PERSONALITÀ

Tra la volontà e il sè esiste un legame strettissimo: attraverso la volontà il sè agisce sulle funzioni psichiche dominandole e orientandole. Il processo inconscio non possiede volontà propria e nemmeno può essere valutato mentalmente e razionalmente, ma possiamo sperimentare una dinamica per la quale esso agisce spontaneamente attraverso gli input che gli abbiamo trasmesso con il nostro pensiero cosciente.
Il pensiero cosciente sceglie gli obiettivi, seleziona i dati, calcola, valuta e giunge a conclusioni e mette in moto il processo inconscio.
Attraverso la volontà si può produrre un’immagine mentale dello scopo che si vuole raggiungere, e questa mette in moto nell’inconscio un’attività diretta a realizzare tale scopo, sebbene noi rimaniamo all’oscuro del modo in cui opera.
Il pensiero cosciente non è, perciò, l'esecutore materiale del risultato, ma colui che ne attiva i meccanismi. Dunque agire qui ed ora nel modo più eticamente corretto possibile (dharmya) permette poi al processo inconscio di raggiungere spontaneamente, senza eccessiva fatica, i migliori risultati.
Ecco perché è importante occuparsi con fiducia del qui ed ora; perché gli obiettivi verranno conseguiti dal processo inconscio che avremo messo in moto.
La volontà è ottimamente usata quando si limita a fornire l’impulso iniziale e lascia che l’elaborazione inconscia segua naturalmente e spontaneamente. Per avere pieno e duraturo successo nell'utilizzo della volontà, dobbiamo operare attraverso di essa, non direttamente applicata allo scopo finale, bensì alla gestione delle funzioni psichiche.
Infatti, il miglior utilizzo della volontà lo si ottiene quando attraverso di essa si attivano e si dirigono tutte le forze del mondo psichico.
Fede, disciplina, coraggio, interesse, ottimismo, tendere ad uno scopo evolutivo e costruttivo, tutto ciò rafforza la volontà e la vitalità.
Futilità, pessimismo, frustrazione, rancore, risentimento, invidia, gelosia, paure, nostalgie, attivano dinamiche distruttive che riducono la forza di volontà e la vitalità e di conseguenza anche la prospettiva della vita. Con questo tipo di attitudine si accelera anche il processo dell'invecchiamento.
Cosa fare per sviluppare la determinazione?
La determinazione è uno stato mentale che può essere coltivato e sviluppato con la giusta predisposizione. Come tutti gli stati mentali, la determinazione scaturisce da fattori psicoemotivi e attitudinali ben precisi, tra questi:
1. Desiderio. In presenza di un desiderio intenso e ben definito è più facile sviluppare e mantenere la determinazione nel perseguire l'obiettivo che ci si è prefissi.
2. Definizione di scopo. Sapere ciò che si vuole è la prima cosa e, forse, la più importante, per sviluppare la determinazione. Una forte motivazione aiuta a superare difficoltà iniziali e imprevisti.
3. Fiducia in se stessi. II credere nella propria capacità di poter conseguire un risultato, incoraggia a seguire il piano con determinazione.
4. Definizione di programmi. Programmi organizzati, sebbene inizialmente non accurati e non ben centrati, incoraggiano la determinazione e rafforzano la perseveranza.
5. Conoscenza accurata. Sapere che i propri progetti sono saldamente fondati su di una conoscenza approfondita della realtà e su esperienze di natura evolutiva, favorisce la determinazione. La «presunzione», al contrario del «sapere», indebolisce la determinazione.
6. Cooperazione. L'empatia, la tolleranza, la comprensione e la cooperazione armonica tra i membri del gruppo rafforzano la determinazione di ciascun membro o componente di quest'ultimo.
7. Forza di volontà e progettualità. L'esercizio costante di coltivare la volontà e di concentrare i propri pensieri – in maniera proattiva - sulla definizione di un progetto, al fine di programmare l'ottenimento degli obiettivi che ci siamo prefissi, sviluppa la determinazione.
8. Abitudine. La determinazione è il diretto risultato della nostra impostazione mentale, di un’abitudine, ovvero di una deliberata impostazione all'azione adottata come criterio costante di comportamento consapevole. La nostra conformazione mentale si modifica a seconda delle azioni che compiamo e che, seppur inconsciamente, influenzano la struttura psichica con modelli comportamentali che vengono assorbiti e automaticamente riproposti secondo gli schemi adottati ed acquisiti.



  1. " in verità si dice anche che l'uomo è fatto di desiderio: ma quale è il desiderio tale è la volontà, quale è la volontà tale è l'azione, quale è l'azione tale ne è il risultato che ne consegue...." Upanisad